Lui & Lei
Una sveltina al pub
di 36degrees
04.08.2018 |
6.703 |
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"Mentre io e la biondina eravamo in bagno, le sue amiche avevano infatti ordinato un piatto di patatine fritte..."
Era un tranquillo sabato e sera e come spesso accade decisi di uscire a bere una birra con un paio di amici, in questo caso con due colleghi di lavoro.Ci recammo quindi al pub nel quale mi reco di solito quando esco con loro; è un pub in stile irlandese che ci piace frequentare e al quale siamo ormai affezionati, pertanto finiamo sempre per andare lì quando decidiamo di vederci.
Pur non essendo grandissimo, il locale nel weekend è sempre affollato ed è spesso frequentato da belle ragazze, spesso vestite in modo provocante.
Passiamo quindi la serata così, bevendo due o tre birre parlando del più e del meno, guardando tette e culi delle cameriere, anch’esse decisamente meritevoli, e delle clienti.
Quella sera però si sedettero al tavolo di fronte a noi tre ragazze che avranno avuto una ventina d’anni, due castane e una bionda. Una delle castane era di carnagione mulatta ed aveva decisamente un bel fisico.
L’altra castana era la meno attraente delle tre, aveva decisamente qualche chilo di troppo ma era molto carica di viso.
Erano carine tutte e tre a dire la verità ma mi colpì in particolare la biondina; era quella con la carnagione più chiara, tendente al pallino, ma aveva uno sguardo da ragazza innocente e due occhi verdi che ipnotizzavano.
Indossava un vestitino a fiori molto scollato ed un paio di pantaloncini corti di jeans stretti al punto da mettere in risalto il suo culetto sodo; ogni volta che si alzava e mi passava a fianco per andare in bagno non perdevo occasione per voltarmi e guardarglielo.
I miei colleghi non sembravano particolarmente attratti da lei; certo anche loro non perdevano occasione per guardarle il culo e quel poco di tette che si riuscivano a scorgere attraverso la scollatura, ma per loro non credo avesse qualcosa di diverso dalle altre nel locale.
Per me invece questa biondina era diventata l’ossessione della serata, tanto che a tratti non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Capii che lei se ne era accorta eccome in quanto ricambiava frequentemente lo sguardo; spesso la sorprendevo io stesso a fissarmi e lei comunque continuava imperterrita a lasciare lo sguardo su di me.
Due erano le cose; o si sentiva impaurita pensando potessi essere un maniaco, oppure le piacevo, o comunque in qualche modo si sentiva attratta dal sottoscritto.
Il proseguimento della serata confermò soprattutto la seconda ipotesi.
D’un tratto infatti notai che la biondina riferì alle amiche qualcosa che probabilmente mi riguardava, dal momento che anche le altre due ragazze si voltarono a guardare il nostro tavolo e me in particolare.
Le ragazze risero e poi si voltarono nuovamente; non la vidi certo come una cosa positiva in quanto mi parve proprio stessero ridendo di me.
Di colpo la biondina si alzò dal tavolo e si diresse di nuovo verso il bagno del locale; questa volta però, arrivata all’altezza del mio tavolo, mi diede un leggero colpo d’anca che ai più sarebbe potuto sembrare involontario.
Io però, per come si stavano mettendo le cose, sapevo bene che c’era ben poco di involontario in quel gesto.
Mi voltai di scatto e notai con la coda dell’occhio che anche lei si stava voltando ma in direzione opposta, ciò significa che per pochi secondi mi stava guardando per osservare la mia reazione.
Notai poi, girandomi di nuovo, che anche le sue amiche al tavolo mi stavano guardando nuovamente e che si voltarono appena le notai.
Non poteva che trattarsi di un segnale che la biondina aveva voluto darmi; mi alzai quindi repentinamente e dissi ai miei colleghi che sarei andato un attimo al bagno.
Mi recai con passo deciso verso il bagno sostenuto anche dalle tre birre medie che avevo bevuto fino a quel momento.
Non feci quasi in tempo ad aprire la porta che la biondina mi prese tutte e due le mani e mi trascinò con se nel piccolo bagno delle donne.
Non so cosa avesse in mente ma si trattava di un bagno singolo e molto piccolo, l’unico del locale, pertanto sicuramente di lì a pochi minuti, se non secondi, sarebbe entrato qualcuno.
Alla biondina sembrò non importare molto; senza dire nulla si slacciò la cintura dei pantaloni, li abbassò leggermente e si voltò distendendo le mani sul muro.
Deciso a non perdere troppo tempo mi slacciai i pantaloni e calai i boxer, presi il membro già duro tra le mani, abbassai ancora un poco i jeans della ragazza, le calai le mutandine e glielo spinsi dentro al culo.
La ragazza cominciò ad ansimare sempre più mentre lo spingevo dentro di lei; ad un certo punto sentii la porta dell’anticamera del bagno aprirsi e dovetti tapparle la bocca con una mano.
Fortunatamente il bagno richiesto era quello dei maschi.
Continuai a spingerglielo nel culo eccitato dal fatto di poter essere scoperti da un momento all’altro.
Sentii nuovamente la porta dell’anticamera del bagno aprirsi; questa volta una ragazza bussò alla porta del bagno delle donne.
“è oc…ccu…pato…ah”, rispose la mia momentanea partner.
La biondina decise quindi che la cosa non poteva andare per le lunghe; mi fece capire di smettere di fotterla battendomi con la mano sulla coscia, quindi si voltò e si sedette sopra la tazza del wc.
Io presi stretto il membro tra le mani e comincia a prepararmi per venire; lei aprì la bocca e mi consentì per un po’ di metterglielo dentro in modo da velocizzare il processo.
Quando fui pronto la biondina tirò in fuori il petto facendomi intendere dove avrebbe gradito che mi svuotassi; le venni quindi copiosamente nella scollatura riempiendola di sperma sul petto, nella riga del seno e sul seno stesso.
Rimasi per pochi secondi a guardare la ragazza dallo sguardo innocente coperta dal mio sperma, quindi mi risollevai i pantaloni mentre lei fece lo stesso.
“Posso avere l’onore di sapere almeno il nome della troietta su cui ho svuotato le palle questa sera?”, le chiesi; “Giada…”, rispose lei con un tono di voce dolce.
Aprii la porta e scoprii che la ragazza che aveva bussato era ancora lì ad attendere; “ci scusi…”, le dissi sorridente certo che avrebbe capito anche se inizialmente rimase a dir poco sbigottita.
Giada uscì dal bagno tenendo lo sguardo basso; mi stupì il fatto che si diede soltanto una veloce sciacquata alla bocca prima di tornare al tavolo lasciando che lo sperma campeggiasse ancora sul suo petto.
Presi posto al mio tavolo; “ci hai messo tanto amico…ti sei fatto una sega pensando alla cameriera, dì la verità”, scherzò il mio collega facendo cenno con la testa verso una delle attraenti cameriere del locale.
“Sono andato a fumare”, risposi io ed i miei colleghi sembrarono abboccare senza fare ulteriori storie.
Mentre prendevo un altro sorso di birra, rimasi sbalordito da quello che stava accadendo nel tavolo di Giada.
Mentre io e la biondina eravamo in bagno, le sue amiche avevano infatti ordinato un piatto di patatine fritte.
Fin qui tutto normale, finché non vidi una scena che mi fece immediatamente tornare il membro di marmo nonostante mi fossi appena svuotato.
Una delle sue amiche infatti, la mulatta, prese un patatina dal piatto e, dopo averla strisciata sul petto di Giada, gliela mise in bocca; ne prese quindi un’altra e, guardandosi intorno per vedere di non avere troppe attenzioni su di se, dopo averla passata di nuovo sul petto e tra le tette dell’amica se la mise a sua volta in bocca.
Lo stesso poi fece la terza ragazza al tavolo rendendo chiaro il fatto che stavano utilizzando il mio sperma come se fosse maionese per condire le loro patatine.
Terminato il loro speciale spuntino e finita la birra, le ragazze si alzarono dal tavolo e se andarono passandomi di fianco senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. Nemmeno Giada mi guardò, prese semplicemente l’uscita e se ne andò.
Rimasi quindi interdetto chiedendomi quanto quella ragazza era veramente rimasta attratta da me, se l’avrei mai rivista, se era stata tutta una messa in scena solo per avere il mio sperma da condividere con le amiche e se questo era il loro modo abituale di trascorrere il sabato sera.
imthirtysixdegrees.wordpress.com
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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